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Educazione alimentare e benessere in età scolare

Immagine del redattore: samantha di vitosamantha di vito

Durante l'infanzia si creano quei ricordi olfattivi e gustativi che restano più profondamente impressi nel cervello e che riaffiorano alla mente anni dopo. In quel periodo della vita infatti i comportamenti e le scelte sono guidati per lo più da pulsioni edoniche, prima ancora che tutto si strutturi secondo griglie formative e culturali.

Il cibo che viene portato a tavola in famiglia, oltre al valore nutritivo e alla soddisfazione del gusto, ha un altro significato: viene vissuto come simbolo dell'impegno, dell'amore e della cura dei genitori. Fin da bambini i cibi ingeriti si caricano di valenze affettive; per esempio il cioccolato ci rende meno amara una situazione difficile o la torta di mele della nonna pare alleviare certe sofferenze. Il contesto in cui si svolgono i pasti in famiglia ha una fondamentale influenza sulle future preferenze di gusto, svolgendo un ruolo particolare nella formazione del comportamento alimentare.

Buona prassi è dunque evitare esperienze negative; occorre mostrare ai bambini il piacere per tutta la famiglia di riunirsi attorno alla tavola durante il pasto oltre che per mangiare anche per parlare e raccontarsi gli uni agli altri; il pasto deve essere trasmesso come un momento di convivialità. L’atto del nutrirsi e dell’alimentarsi infatti non è e non deve mai essere la semplice soddisfazione di un bisogno biologico. I bambini spesso amano gli alimenti che hanno mangiato in situazioni piacevoli e rifiutano i piatti che associano a qualche evento negativo. Ricerche specifiche sono state condotte dallo psicologo americano J. Garcia dagli anni '60 e hanno evidenziato come il gusto per un cibo possa essere memorizzato anche dopo un singolo consumo; è il cosiddetto fenomeno della salsa bernese.Il motivo per cui piacciono o non piacciono alcuni alimenti deriva da una complessa interazione tra il condizionamento del gusto, che inizia nel grembo materno e continua fino in età avanzata, l’adattamento o effetto di mera esposizione e i fattori biologici, quali la sazietà sensoriale specifica che interviene nella regolazione del consumo degli alimenti. Gastrosofia è nutrimento per anima e corpo. Un recente studio, condotto dall'Università di Goteborg su 7.600 bambini europei tra i 2 e 9 anni, effettuato chiedendo ai genitori di rispondere con estrema sincerità ad una serie di domande sui cibi consumati dai bambini e sulla valutazione della loro relazione con i figli, ha evidenziato che i bambini che mangiano in maniera più sana hanno più autostima e meno problemi emotivi con i coetanei, indipendentemente dal peso e dal contesto socio-economico. Ricordiamo, come sosteneva Brillat-Savarin che: “Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni sociali, di tutti i paesi e di tutti i giorni; può associarsi ad altri piaceri e resta ultimo a consolarci della loro perdita”.


Testo edito da Samantha Di Vito per Taccuini Gastrosofici enciclopedia digitale di culture e politiche alimentari fondata da Alex Revelli Sorini e Susanna Cutini.




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